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LA FUGA DEI CERVELLI

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"FUGA DEI CERVELLI DALL'ITALIA"

La notizia apparve ripetutamente sullepagine di tutti i giornali. Si propagò a macchia d'olio, allarmandoi diretti interessati: i cervelloni.

Che pensarono anch'essi di fuggire.

-Nontira aria buona qua in Italia -si dissero. Dobbiamo andarcene,altrimenti finiremo fritti!-

Come fare? Bisognava trovare una via difuga. Non era possibile rimanere.

Corteccia, lobi, tutte le aree ed anchele scissure di Silvio e di Rolando si attivarono spronando i dueemisferi a connettersi fra loro per elaborare nel minor tempopossibile un piano di azione. Il piano F, così fu chiamato, constava di quattro mosse fondamentali:

1°Uscita dalla scatola.

2°Individuazione e scelta di una via di uscita

3°Trasformazione della massa corporea a misura dell'aperturaindividuata.

4°Sviluppo di appendici idonee allo spostamento.


Un gioco da ragazzi per loro...infattiin quattro e quattro otto, sgusciarono fuori.

Presero la decisione collegiale dichiamarsi ENCE, che poi non era altro che l'inizio del loro nome dibattesimo.

Qualcuno di loro sviluppò un paio diali, alcuni pinne, e branchie, altri ruote e motore. Così chi lasciòl'Italia viaggiando per via aerea, chi per mare, chi per viaterrestre,.Partirono tutti, lasciando i loro involucri.

Così i nostri “ENCE” approdaronoin diversi paesi del globo. Dove riuscirono a diventare famosi. Unpo spaesati all'inizio, soprattutto per la drastica scissione, dalloro corpo che erano stati costretti fare, adesso soddisfatti eorgogliosi per la conquistata autonomia.

Non essendo di piacevole aspetto lagente diffidava di loro, ma cambiava opinione quando veniva aconoscenza del livello del loro quoziente intellettivo. Venivano invitati nei migliori salotti, e la bella gente si vantava di averliospiti.


Intanto in Italia, i loro corpi venneroprelevati dai burattinai che non aspettavano altro.

Furono da loro muniti di fili eutilizzati come marionette nelle piazze e nei teatri di tutta Italia,per raggiungere i loro scopi. Purtroppo vennero costretti a farefigure ridicole e meschine.


La vita degli ENCE invece scorreva inbinari densi di soddisfazioni.

Le loro continue scoperte nel campodella ricerca, erano veramente geniali e necessarie a tuttal'umanità. I media di tutto il mondo parlavano sovente di loro.

Purtroppo l'ago della bilancia, dellavita degli ENCE, dopo aver sostato a lungo, sul segno positivo,precipitò all'improvviso su quello negativo: Nonostante fosserodislocati in diversi punti del mondo, furono tutti colpiti da unastessa epidemia. Pian pianino la loro intelligenza cominciò ascemare. La salute mentale a vacillare. Erano spesso colpiti da fitte lancinanti nella zona occipitale. Poi da accurate analisi,scoprirono che la materia bianca come quella grigia, mostravano segnidi sofferenza.

Un virus? Chissà!

Deciserodi riunirsi, per analizzare la situazione. Si trovarono tutti aBoston

-Tuttociò è sicuramente causato da un forte stress.-Iniziò uno di loro.Sicuramente-annuirono, alcuni.

-Unostress probabilmente dovuto allo sforzo di sopperire agli organimancanti.- specificò un altro.

Certo,continuò un terzo, esponendo anche lui una sua teoria sulla causadello stress.”

Ognunodi loro espose diverse teorie, tutte logiche e motivate.

Molto lontani da pensare che la veracausa della malattia fosse ( dovuta solo e unicamente allesofferenze morali subite dal loro corpo.)

Esisteva infatti tra CORPO e MENTE un legame indissolubile che purnel distacco non era riuscito a scindersi.

CORPO e MENTE sarebbero stati sempre accomunati dallo stesso destino.

E così fu....

Contemporaneamente in Italia, i corpiche stavano morendo di vergogna e di tristezza,cominciarono a cadereper terra, uno dopo l'altro come tante bambole di pezza, rotte.

Essi, invasero strade e piazze.

Erano giunti entrambi alla fine.

La materia bianca e la grigia, degliENCE evaporò fino ad essiccare.

Decisero di morire in patria e a stentiiniziarono il viaggio di ritorno, durante il quale alcuni cilasciarono la pelle.

I più fortunati spirarono sul sulsuolo natio.

In quel periodo gli operai comunaliadibiti alla raccolta differenziata, ebbero un gran daffare.

Lavorarono giorno e notte, persgombrare piazze e le strade.

Raccogliendo e caricando sui lorocamion corpi di migliaia di persone, e cervelli, scambiando questiper escrementi.

Quindi trasportarono tutto il materialeorganico alla discarica. Dove marcì al punto giusto, da divenire unottimo humus, perfetto a concimare e rendere più fertili le terreItaliane.


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